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Dopo essersi fatto cieco per arrivare al cuore delle parole, dopo aver cantato di donne in ginocchio vessate e martoriate dalla mano del padrone ed essersi ripreso la libertà a fianco di Nunzio, che ”ha un cuore di latta e lo batte a grancassa”, ecco che Cesare Basile torna a pescare in quel mare oscuro e crudele fatto di storie marginali, di uomini vinti ma vivi , di perdenti assassini senza appartenenza, dove arte e impegno si mischiano tra loro come acqua e cemento, scolpendo nella roccia la poetica drammaticamente nuda e cruda di un musicista che prosegue il proprio viaggio sostenuto da una lucidità visionaria che non ha uguali e che fa di Cesare Basile un classico imprescindibile per chi volesse oggi tracciare una mappa della storia della canzone d’autore Italiana.
Il tutto dotato di un’armatura sonora aspra e tagliente li dove sono schiaffi quelli che vogliono essere messi a segno,dolce e sognante quando vuole spezzare le ossa del cuore.